In questi giorni di lockdown, dove la gente non può uscire di casa, si parla di smartwork e intrattenimento in streaming, le grandi piattaforme multimediali, le multinazionali dell’intrattenimento, i social network, le compagnie telefoniche, le aziende di food delivery e consegne a domicilio, le piattaforme di elearning, gli e-commerce, insomma un po’ tutti quei soggetti del capitalismo digitale stanno prendendo parte all’iniziativa del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione denominata ‘solidarietà digitale‘.
L’iniziativa in sostanza consiste nel fornire alcuni servizi gratuitamente a tutti coloro che sono dotati di smartphone e/o pc.
Questo ha due immediate conseguenze:
- Positiva: molte persone possono accedere a questi servizi e continuare a lavorare o ad avere contatti sociali importanti,accedere a contenuti multimediali solitamente a pagamento, etc;
- Negativa: si crea conoscenza di queste piattaforme, le quali piano piano verranno conosciute meglio, fino ad entrare in intimità con quegli utilizzatori alcuni dei quali si fidelizzeranno.
Ora, la mossa di marketing di questa operazione è evidente a tutti, basti pensare al dietrofront di Amazon che aveva lanciato la visione di Amazon Prime gratuita quando il DPCM dell’8 marzo indicava come “zone rosse” la Lombardia e le altre 14 province e proposta fino al 31 marzo, iniziativa poi ritirata due giorni dopo quando la “zona rossa” è stata estesa a tutto il territorio nazionale.
Spesso sono mosse di marketing particolarmente fastidiose, e per fortuna l’intento social washing di queste operazioni è sempre più ‘scoperto’ grazie alla maggiore consapevolezza che si sta diffondendo.
A tal proposito ti consigliamo: Perché il mese gratis di PornHub è un esempio di social washing, e perché dovrebbe importarci di Lilia Giugni
Come altrettanto evidente è il tentativo di accalappiare quanti più dati possibili, di varia natura attraverso l’uso intensivo quotidiano che chiunque fa delle varie piattaforme. O anche dati sanitari di milioni di italiani, tramite la generosa proposta di Huawei di collegare in Cloud gli ospedali italiani.
Non ci interessa qui parlare di modelli di business o razzia di dati, quanto proporre alternative genuine, open, dal basso.
Streaming di Comunità – Open ddb
Il primo progetto che vogliamo condividere è quello di OpenDDB, la prima rete europea di distribuzione di film, documentari, libri e musica.
Un progetto che conosciamo e con il quale abbiamo avuto modo di collaborare in passato e speriamo anche in un immediato futuro.
Per capire come funziona, cos’è e di cosa si occupa, rimandiamo alla loro pagina con tutte le info.
Il progetto che hanno messo in piedi è lo Streaming di Comunità, ossia un ricco palinsesto di documentari e film dal forte valore sociale messia disposizione gratuitamente dagli autori .
Clicca sul link per scoprire la programmazione.
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