di: Jackob Flint
Il reportage a fumetti di ZeroCalcare Kobane Calling uscito venerdì 16 su Internazionale racconta l’esperienza vissuta durante una delle tappe della staffetta “Rojava calling” in solidarietà alla popolazione curda che resiste a Kobane contro l’isis, dal quale questo lavoro prende in prestito il titolo.ZeroCalcare è partito con la delegazione romana, ed è stato 7 giorni a Kobane o meglio a Mehser, villaggio turco che dista dalla città siriana tre fermate di metro tipo Rebibbia – Santa Maria del Soccorso e da questa esperienza ha tratto un fumetto di circa 40 pagine.È l’Oltretorrente degli Atarassia Grop la musica che accompagna questo post perché è quella che ha accompagnato Michele durante la permanenza a Kobane ed è un parallelismo che troviamo nel fumetto: come a Parma nel 1922 Guido Picelli a capo di un manipolo di Arditi del Popolo e proletari parmensi, tenne testa e sconfisse dopo giorni di combattimento migliaia di fascisti guidati da Italo Balbo, così nelle notti di Kobane il grido è lo stesso “…da qui non si passerà”.La storia è divisa in tre momenti, prima, durante e dopo la permanenza di Michele in Turchia tuttavia è stata scritta dopo e questo emerge con estrema forza e dà alla narrazione una carica emotiva molto potente. Un’esperienza come questa, trovarsi in una zona di guerra, trovarsi in mezzo ad una popolazione che combatte per difendere la propria rivoluzione è una di quelle che ti cambiano la vita.Se Zero riesce a scherzare sul momento in cui annuncia ai genitori che parte, si fa sempre più serio e riflessivo nell’evolversi del reportage e altrimenti non poteva essere. Ovviamente mantiene lo stile, non mancano battute, non mancano autoironia e citazioni varie ma non siamo davanti ad una storiella questo è un reportage. Dentro a Kobane calling troviamo tutto, o meglio, tutto ciò che i media ufficiali non ci dicono: i campi profughi e i problemi legati alla loro gestione autogestione quotidiana, troviamo la Turchia collaborazionista con isis, leggiamo un commento da parte dei curdi sui bombardamenti americani, Michele disegna la determinazione e il ruolo centrale delle donne, ma sopratutto emerge la grande umanità che questa popolazione in guerra sa mantenere.Tutto ciò fa si che questo lavoro sia commovente, necessario e bellissimo.Conclude il fumetto un grande cuore
I cuori non sono tutti uguali. Si modellano, si sagomano, sulle esperienze come un tronco che cresce storto adattandosi a quello che c’ha intorno.E tutto quello che ha dato forma al tuo…gli insegnamenti, le cose trasmesse, quelle che ti hanno fatto piangere, quelle che ti hanno fatto ridere, il sangue che ti ribolliva dentro e quello che ti hanno fatto sputare fuori.