Per ovvie ragioni il quarto festival della libreria indipendente Sabot che si sarebbe dovuto tenere gli scorsi 27, 28 ,29 Marzo è rimandato a data da destinarsi. Non vogliamo però disperdere il lavoro fatto anche perché riteniamo di grande importanza e attualità il tema che avevamo individuato. Per questo abbiamo deciso, in attesa di poter riproporre il festival più avanti, di dedicare i prossimi incontri del gruppo di lettura #Sabot alla discussione dei libri in programma al festival e, tra un incontro e l’altro, pubblicare sul blog barricatedicarta interventi, interviste e recensioni che approfondiscano la tematica. Intanto qui trovate un breve testo introduttivo al festival, buona lettura!
Come ogni anno, arriva un momento in cui sentiamo l’esigenza di ritrovarci attorno ad un tavolo e di scegliere il tema del prossimo festival Eterotopie. Nella nostra piccola libreria osservavamo le recenti pubblicazioni che ci erano arrivate ed il panorama letterario generale. C’erano scrittrici e scrittori che attraverso le loro storie riportavano al centro alcune tematiche che per un lungo periodo erano state protagoniste del dibattito italiano, ma che sembravano essere state rimesse al margine: razzismo, colonialismo, cittadinanza. Erano storie già sentite, ma in quelle pagine si leggevano racconti che avevano sguardi nuovi.
In Eterotopie #3 ci eravamo interrogati sulle potenzialità della narrazione, sulla sua capacità di raccontare, criticare e contribuire a trasformare la realtà in cui siamo immersi. Quest’anno la nostra riflessione vorrebbe invece indagare le narrazioni esistenti, quali sono e che potenzialità hanno.
Le vie da percorre sono molteplici, ma Sabot ha deciso di bloccare l’ingranaggio tramite le voci di scrittrici e scrittori che raccontano un’Italia che Igiaba Scego definisce “immobile”. Un’Italia ferma, che non riesce ad affrontare argomenti che fanno parte della sua Storia e delle storie di tutt*, incapace di creare un futuro condiviso. Sembra di trovarsi in un eterno presente, quello a cui si riferisce Mark Fisher citando T.S. Eliot: “… l’esaurimento del futuro ci lascia anche senza passato; quando la tradizione smette di essere contestata e modificata, smette di avere senso”. Riempiendo le nostre giornate con azioni ripetitive, a volte spersonalizzanti, che danno forma alla nostra socialità, resta difficile costruire una memoria condivisa, a volte problematica, con cui scontrarsi per immaginare un futuro diverso.
Proprio per questo Eterotopie #4, Storia, storie, identità vuole essere uno spazio di ”contestazione” dei canoni storici, dove ognuno di noi possa interrogarsi su concetti come identità, cultura e radici, e possa modificare le proprie convinzioni influenzate da una società capitalista e patriarcale.
Ecco le potenzialità che hanno queste narrazioni: contestano, modificano e progettano, per costruire un futuro che non sia solo di pochi.
Libreria Indipendente Sabot – Jesi