Ci interessa ricercare la potenza delle parole e dei pensieri che si trovano al margine, per poi riportarli al centro delle nostre letture e dei nostri incontri. Quelle cose che la maggior parte delle persone può definire oscure e senza pregio ma che in realtà sono dei fulmini; illuminano e risuonano.
Il consiglio di oggi è il libro ‘Una cosa oscura, senza pregio‘ di Andrea Olivieri – Edizioni Alegre.
”Dopo il libro ”del ritorno” Louis si era reso conto di avere toccato l’America in un punto preciso, tra il cervello e il cuore, che fino a quel momento era stato ignorato.
Incontrando tutta quella gente aveva capito, ad esempio, che non erano quelli come lui, arrivati in America magari giovanissimi, a pagare le conseguenze più gravi dell’ignoranza delle istituzioni e della cultura dominante su diverse decine di milioni di nuovi cittadini.
Per quanto fossero stati sfruttati, derisi, emarginati, e si fossero magari autosegregati nelle proprie comunità nazionali – come Louis aveva rifiutato di fare -, avevano in fondo portato con sé delle memorie, pezzi di ciò che erano stati, ricordi e usanze dei posti da dove venivano e dei loro progenitori. (…)
A pagare lo sradicamento invece, il senso di non appartenenza, la confusione sull’identità propria e del luogo dove erano cresciuti, erano i figli, i giovani immigrati di seconda generazione.”
(pag. 211 – 212)