Di: Giulio Verna
A pochi giorni dalle elezioni e con la peggior campagna elettorale degli ultimi decenni, finalmente agli sgoccioli, diamo il nostro contributo con questo commento ad un libro semplice ma che si cala perfettamente nel periodo storico che stiamo vivendo. Una politica fatta a slogan, sempre più aggressivi. Una campagna mediatica che apre le porte alla barbarie più incontrastata e ad alla deriva razzista:“La politica della ruspa”, appunto.
LA POLITICA DELLA RUSPA
Il libro scritto da Valerio Renzi, seppur uscito nel 2015, per le edizioni Alegre, rimane, a distanza di tre anni, attuale nell’analisi perché passa ai raggi”X” l’evoluzioni della nuova lega di Matteo Salvini con una particolare lente d’ingrandimento nel contesto dell’ esponenziale crescita delle destre europee.
Il merito dell’autore sta nell’analizzare in maniera chiara e semplice quanto efficace le diverse facce della nuova lega, partito ormai in grande crescita e con un enorme sovraesposizione mediatica da parte del suo segretario che ha di fatto rottamato la vecchia Lega “etnoregionalista” dei padri nobili (Bossi su tutti insieme alla vecchia classe dirigente) per cambiare pelle con una nuova formazione a trazione sovranista e dichiaratamente populista.
La “politica della ruspa” dunque non solo come slogan da urlare in qualche salotto televisivo(solitamente in riferimento ai campi Rom) , ma come programma politico che tocca tutti gli aspetti di una nuova forma di linguaggio e comunicazione da parte del “capitano”Salvini: così ribattezzato dal popolo leghista.
L’aggressività mediatica e la narrazione politica della nuova Lega diventano centrali nel dibattito politico attuale e non passa giorno in cui attraverso i social o conferenze stampa non escano dichiarazioni “di guerra” da parte di Salvini.
L’ormai classico “Prima gli Italiani” giusto per citare una delle meglio riuscite “battaglie mediatiche”di Salvini, un tempo motto malconcio delle destre più nostalgiche del ventennio è ormai diventato uno slogan ripetuto allo sfinimento nei talk-show, tanto da essere ripreso perfino da alcuni strati della sinistra parlamentare.
Sono diversi i punti approfonditi nel libro: all’attenzione maniacale per la comunicazione si affianca il nuovo posizionamento politico della Lega che di fatto si accredita come nuovo soggetto della destra radicale, parafulmine per le micro-organizzazioni neo-fasciste (Casapound su tutte).
Le posizioni sulla “questione Europa” son per la nuova lega nero-verde un cavallo di battaglia del tutto nuovo, figlie di un nuovo corso, con il sostegno dichiarato (e ricambiato) a Marine Le pen in Francia e l’occhio strizzato ai nazionalisti in Austria e Grecia.
Un capitolo specifico invece è dedicato al “sogno Putin”. Non è un mistero che Salvini da sempre vede nel modello autoritario Russo un possibile alleato in politica estera e un ottimo esempio di governabilità.
Nel solcare ormai le strade della destra più classica la nuova Lega ne ha sposato anche le battaglie storiche come quella sulla famiglia tradizionale, l’opposizione al fine vita e come viene ben descritto dall’autore la lotta contro la “teoria del gender”.
Chiudendo il cerchio si torna ad un partito dichiaratamente conservatore e cattolico che nel combattere l’invasione, da sempre la madre di tutte le battaglie della Lega, si focalizza in particolare contro i migranti di religione islamica, sostenendo la necessità della guerra di civiltà dell’Occidente, bianco e cristiano, contro l’Islam.
Un libro utile come cassetta degli attrezzi per leggere i cambiamenti e le evoluzioni di un partito in ascesa nel nostro paese, ma soprattutto utile per comprendere anche il contesto in cui avviene la virata nazionalista di Salvini , in una fase storica in cui in tutta Europa soffia forte il vento delle destre populiste e xenofobe.