Di morire libera, una recensione

di morire libera

di: Sara Spina

Perché leggere “Di morire libera” di Monica Mazzitelli?

Quale il pregio di questo testo?

Una sola risposta a queste domande Monica ci racconta la storia di una donna libera, Michelina Di Cesare, la storia di una donna “Michelina, con quegli occhi che bruciano e lo sguardo che non abbassa mai”, una donna che “non crede ai re, alle regine, ai preti, ai vescovi, ai generali,ai marchesi, ai baroni. E neanche ai compaesani, ai famigliari.”,

Una donna che ha pienamente compreso quale è la sua condizione sociale e cosa può fare per uscirne.

Così Michelina si rivolge a Ciccio “Nui se putimmo solo ribbellà alla vita”, “i so libera, nisciuno me pote ricere che teng’a fa”.

Un altro pregio in verità di questo libro è quello di aver ricostruito in maniera dettagliata attraverso documenti di archivio e trascrizioni originali un pezzo di storia poco indagata.

La storia, raccontata in forma di diario, dei fatti che si sono sviluppati in un periodo storico preciso che va dall’ottobre del 1860 al settembre del 1868 e in un luogo preciso l’alta provincia di Caserta.

Luoghi e tempi del brigantaggio.

Questi sono i luoghi e i tempi in cui si svolge la vita di una donna che prima ancora di essere briganta ha imparato a leggere e scrivere da sola, cosa non proprio comune per le donne della sua condizione sociale, una donna che di notte usciva di casa per rubare a chi aveva di più, per sfamarsi e sfamare la sua famiglia, una donna che quando è stato il momento ha deciso da che parte stare.

Una ribellione innata quella di Michelina, che ha agito nella sua quotidianità, prima ancora di farne una scelta politica.

La “necessarietà” di questo libro sta nel raccontare la storia di una donna che ha vissuto oltre le convenzioni, di una donna che ha indossato i calzoni ed imbracciato il fucile per liberarsi dai padroni, la storia di una donna che immediatamente si fa storia di tutte quelle donne che hanno rotto i ruoli imposti, che hanno lottato per la loro e le altrui libertà.

Raccontare la storia di Michelina Di Cesare vuol dire rendere lustro a tutte quelle donne che hanno fatto è continuano a fare le stesse scelte ignorando quanto il sistema patriarcale aveva pensato per loro.

Troppo spesso nel raccontare delle donne libere si rimane vittime di un racconto parziale, di un non detto, che allude sempre al sentire comune del “ci deve essere pur qualcos’altro che l’ha spinta ha fare quella scelta, sarà per amore”, si dice il più delle volte, subordinando ancora una volta la vita di una donna a quella di un uomo.

E come se si dovesse necessariamente riportare la donna ad un ruolo rassicurante.

Ebbene, leggendo tra le pagine di questo libro la vita di Michelina, non ci possono essere fraintendimenti.

Michelina vive tuta la sua vita, fin da adolescente, con un’intima vocazione alla ribellione.

Ed è proprio perché questo libro non lascia fraintendimenti sulla vita, le scelte e la figura della sua protagonista che restituisce dignità alla “scelta” di una donna, e di tutte quelle donne cha hanno scelto di vivere una vita libera.

Di morire liberadi Monica Mazzitelli per Lorusso Editore (2019)
268 pagine, 14 euro
introduzione di Enzo Di Brango
brossura – Isbn 978-88-944427-1-7

Puoi trovare il libro nelle tre librerie di Barricate di Carta o ordinarlo e te lo spediamo con piego di libri.

Per info: barricatedicarta [at] autistici.org