Cuori partigiani, una recensione

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di: Sergio Sinigaglia

Raffaele Vallone, più noto come Raf Vallone (1916/2002), è stato un volto noto del mondo teatrale e cinematografico. Oltre all’attività artistica ha svolto anche la professione di giornalista, ricoprendo per alcuni il ruolo di redattore capo delle pagine culturali de L’Unità, comunista piuttosto eretico, visto il suo antistalinismo e la scelta di non iscriversi al Partito.

Ma Vallone è famoso anche per calcato i campi di gioco ad un certo livello, vestendo la maglia granata del Torino.

E anche per essere stato un calciatore/partigiano avendo preso parte attivamente alla Resistenza.

Ma non fu il solo.

Il contributo che il mondo del calcio ha dato alla lotta contro il nazifascismo è stato piuttosto trascurato, spesso ignorato o oscurato da una narrazione storica che ha inevitabilmente valorizzato altri aspetti della guerra alla dittatura e all’occupazione tedesca.

Edoardo Molinelli con “Cuori partigiani” edito da Red Star, ha provveduto meritoriamente a far emergere storia dimenticate o relegate dentro lavori biografici dedicati ai singoli club, o nei testi di storia locale.

Il libro ci propone una lunga galleria di volti, dove ci scorrono davanti figure note o meno note del football nostrano, spesso protagonisti di gesti eroici, morti drammatiche.

calciatoriGiocatori che hanno militato in club prestigiosi come la Juventusl il Torino, la Fiorentina, la Roma o in club di provincia assurti alla notorietà in certi fasi della secolare storia del campionato italiano; parliamo della Lucchese, dello Spezia e altri ancora. Giocatori immortalati in foto storiche come quella che ritrae Libero Marchini pilastro dei rossoneri lucchesi, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936 con la nazionale azzurra, vittoriosa 2 a 1 sull’Austria, che, unico tra i suoi compagni, non fa il saluto fascista, imitato in altra occasione da Michele Bruno Morelli (nome da partigiano Pietro Gatti), colonna del Como.

Gesti estremamente coraggiosi in un conteso dove il consenso verso il regime era pressoché totale.

Altri entrati nella grande storia per aver preso parte all’esecuzione del Duce, come Michele Moretti, anche lui bandiera lariana

Campioni famosi come Giacomino Losi per anni libero e capitano della Roma anni Cinquanta e Sessanta, atleti rimasti ai margini della grande platea calcistica che scelsero la lotta per la libertà.

Il libro di Molinelli li fa uscire dal dimenticatoio.

Veri e propri giganti se confrontati con gli strapagati e viziati personaggi dell’attuale universo calcistico degni rappresentanti del calcio/azienda neoliberista di oggi